Riunione del 18.11.2009
Data di pubblicazione: 28/11/2009
Presenti:
don Peppino, Franz, Cristina, Enzo, Pino, Pasquale, Giusy, Francesca, Giannino.

Cominciamo con una preghiera, presentata da don Peppino.

Dove vanno i giovani d’oggi?


Francesca
- senza cercare nelle cronache televisive e giornalistiche i casi eclatanti, dobbiamo cercare nei comportamenti abituali dei giovani le spie delle difficoltà che essi incontrano, soprattutto in contesti come la scuola o il catechismo; occorre valutare non soltanto le loro reazioni, ma anche gli atteggiamenti assunti nei loro confronti dagli stessi adulti (genitori o educatori) che dovrebbero prendersi cura di loro.

Mario
- occorre soprattutto valutare l’impatto delle amicizie sui giovani; in molto casi sono le “cattive compagnie” responsabili di atteggiamenti sbagliati e delle difficoltà che si incontrano oggi nel rapportarsi ai giovani.

Pino
- se bastasse la rigidità o il lassismo nell’educazione, o se comunque ci fosse una “buona ricetta”, il problema non si porrebbe. In realtà ogni generazione ha dovuto “combattere” con la precedente e ognuno di noi può ricordare come agli occhi degli adulti di nostro riferimento la nostra generazione fosse “sbagliata”.
Si può comunque sostenere che sia molto importante la costante presenza dei genitori, conoscere i genitori degli amici e compagni di scuola dei figli.
Tenere i giovani per le redini non è giusto come principio, ma presenta lo svantaggio di non poter essere eterno e nel momento in cui le redini si sciolgono si possono presentare tutti i problemi che sono stati elusi ma non risolti.

Don Peppino
- Colpa di chi? Della famiglia? Della società? Occorre ritornare alla fede che non è qualcosa avulso dalla realtà, ma è vita vissuta, è una scelta concretamente operante. La Chiesa cerca di operare fra i giovani, ma la materialità attira di più. Cosa si può fare? Ci sono vari fattori che intervengono nella vita dei giovani di oggi e bisognerebbe saper riconoscere e usare ciò che effettivamente vale.

Pasquale
- racconta di essere stato invitato a casa da amici (vacanze di Natale), si libera sul tardi e verso le 22.30 arriva, incontra la figlia (poco più che sedicenne) degli amici che sta appena uscendo. Cambiando completamente prospettiva è da citare l’espressione di chi ha dovuto affrontare difficoltà e privazioni “quello che io non ho avuto i miei figli dovranno averlo”. Ancora una diversa prospettiva: la globalizzazione, cioè tutto uguale per tutti … stesso zaino, stessi jeans, stesso … mentre la famiglia non esiste più, spesso si sentono espressioni del tipo “io non posso perdere la mia libertà” “ho anche io i miei diritti” e simili.
Le diverse strutture sociali si chiudono a riccio e quindi c’è scollamento fra le diverse agenzie educative. Il dato peggiore è rappresentato dalla tecnologia (videogames, computer, …) perché diventa possibile operare, giocare, studiare, …, da soli, senza più confronto e commisurazione. Quindi l’altro diventa qualcuno di cui avere paura, i figli vengono costantemente accompagnati ovunque perdendo ulteriori occasioni di autonomia e responsabilità.

Giannino
- ci sono differenze notevole fra oggi e ieri; la forza della famiglia si è persa; nel passato non c’erano molte occasioni per divertirsi. I rapporti nella famiglia si sono modificati: i genitori si autoescludono dai rapporti tra i figli e i loro coetanei, per esempio i piccoli vengono accompagnati alle feste e poi ripresi alla fine, ma non c’è dialogo fra i genitori; i nostri nipoti crescono nella bambagia, continuamente protetti e aiutati. Occorre però che la società si dia delle regole, per esempio valutato il danno prodotto dalle discoteche stabilire un orario di chiusura.

Pino
- Educare non imporre o assecondare; non basta dire “no” oppure “sì”, occorre dare motivazioni chiare e inequivocabili. Ogni epoca è evoluzione, è ricchezza, è opportunità; bisogna quindi vivere il proprio tempo. La nostra educazione non ha rappresentato solo elementi positivi: noi siamo venuti bene, ma quanti con la nostra stessa educazione sono venuti “male”?

Franz
- essere genitori è difficile.

Giusy
- uno stesso modello di educazione non è buono per tutti gli usi, ciò che va bene per uno non sempre va bene anche per un altro.

Franz
- molti dei valori che hanno costituito l’ossatura della nostra formazione si sono assopiti. I genitori si dedicano poco ai figli, essi quindi si rivolgono altrove e spesso dipende dalla fortuna se trovano soluzioni giuste crescono positivamente, se trovano soluzioni sbagliate i problemi si moltiplicano. Oggi occorre soprattutto testimoniare un messaggio positivo perché provengono sollecitazioni e messaggi diversi e spesso contraddittori.

La discussione è stata molto animata, e qui non è possibile riportare tutti gli interventi che ci sono stati.

Censimento: quota =€ 80 per le coppie e € 55 per i singoli.

I progetti della Scuola Calamandrei sono saltati tutti per mancanza di fondi dal Ministero; resta soltanto “Integrare gli integrati”.

28 febbraio 2010 - Casa Stimmatina.

Convegno regionale “L’adulto scout”.


La segretaria.
Francesca