Guardo la folla
(Rabindranath Tagore)
Guardo la folla dei fratelli e chiedo
un posto in mezzo a tutti,
dove non c'è poltrona da pagare
né segno alcuno di separazione,
dove né onore c'è né disonore:
un posto in mezzo a tutti.
Dove non sono maschere né veli
e ognuno vede il volto del fratello
nella sua verità; non il "mio" non esiste
né regna l'egoismo;
dove altissimo il dono del Signore
ricolmerà ogni cuore.
Guardo la folla dei fratelli e chiedo
un posto in mezzo a tutti.
Siamo partiti da Battipaglia alle ore 8,00, in ritardo per un piccolo disguido tra Franz e Pino. Arrivo alla diga dell’Alento alle ore 8,45.
Partecipanti: Mario, Francesca, Pasquale, Pino, Giannino, Rosetta, Giusy e Franz e sul posto ci aspettava Angelo.
Piccola route per trovare un posto isolato visto che l’oasi era occupata da un fiera locale. Trovato il posto ci siamo accomodati ed iniziato le attività con la lettura della preghiera “Guardo la folla” di Rabindranath Tagore.
Tutti i partecipanti donano la meditazione personale maturata nell’ascoltare la preghiera al cerchio.
Franz legge la relazione consuntiva dell’anno trascorso, riportata integralmente nel documento allegato. Alla fine della lettura inizia la discussione:
- Pasquale
- - La Comunità deve essere una comunità di ascolto, cioè bisogna mettersi in ascolto per ricevere e non essere pronti a correggere il pensiero altrui. Non bisogna perdere il senso di comunità. Nelle riunioni bisogna essere sempre attenti e non lasciarsi andare dietro al proprio pensiero.
-
Pino
- - “Semel” è della Comunità, in quanto la comunità lo arricchisce dei suoi contributi. La Comunità non ha una ricetta per costruirla, né una formula per gestirla e tenerla insieme. Ogni momento è comunità ma ogni momento non è una comunità. La Comunità è ascoltare gli altri e nel loro ascolto si cresce e si impara a riconoscere i propri errori. La discussione che si ha durante una riunione di Comunità non è mai un richiamo ma sempre una correzione fraterna. Ci siamo riusciti? Sì, perché anche solo due persone che si incontrano e condividono dei valori sono una Comunità. Molte delle persone che abbiamo incontrate hanno continuato la loro strada ed altre ci stanno accompagnando lungo il nostro percorso.
Il Movimento è una scelta libera di condivisione dei valori.
-
Gianni
- - Osserva che delle volte le riunioni sono poco concrete e costruttive e quindi invita tutti di rivedere un po’ la partecipazione alle riunioni. La Comunità è migliorare insieme.
-
Angelo
- - Bisogna fare attività mirate a farci conoscere dall’esterno. Sono di provenienza extra scout è sto cercando di comprendere, con l’aiuto della Comunità, lo scautismo.
-
Francesca
- - Quando sono venuta il mio pensiero era di trovare una’associazione che non mi impegnasse molto, leggera e senza obblighi. La Comunità è un castello di carta che si guasta e si costruisce. Guastare e costruire. Riprogrammare sempre di nuovo adattando la programmazione alle nuove esigenze della Comunità. Non essere statici. Penso, delle volte, che potevo fare di più ma mi sono limitata nel dare.
-
Giusy
- - Sono profondamente timida ed ho difficoltà a parlare in pubblico. Sono stata trascinata da mio marito, Franz, nel movimento; ho sempre vissuto lo scautismo per riflesso. Sono ancora alla scoperta dello scautismo ed in questo ho fiducia nella nostra Comunità.
-
Mario
- - Ho notato una differenza tra le attività svolte in passato nel MASCI Battipaglia 1° e il Battipaglia °. Le attività del primo erano più sotto al campanile, mentre quelle del Battipaglia 2° sono si sotto al campanile ma più rivolte verso l’esterno è più vestite con l’uniforme scout.
-
Rosetta
- - Il condizionamento della vita vissuta può influenzare il porsi in ascolto dell’altro.
Proporre argomenti da portare in Comunità.
Propone una giornata scout verso l’esterno.
Siamo un popolo in cammino verso la verità.
Abbiamo dovuto abbandonare l’area scelta, poiché si è riempita di un gruppo di modellismo navale ed aereo. Ci siamo spostati nella cappella dell’oasi continuando i lavori con il tema:
“Questi fatti ci offendono e ci feriscono”
-
Angelo
- - Nel nostro paese, Cicerale, abbiamo programmato l’accoglienza ed integrazione degli immigranti.
-
Giannino
- - Togliere tutti i confini e le barriere del Mondo ed azzerare gli interessi nazionali, che al giorno d’oggi sono interessi che vengono prima di qualsiasi altre attività. Bisogna fare una politica di integrazione e di immigrazione programmata in base alle necessità dell’area interessata.
-
Francesca
- - Bisogna che ci sia un adeguamento multiculturale L’immigrazione da problemi se non controllata ed integrata. Vi é, comunque, una cattiva informazione mediale. Gli organi d’informazione continuamente danno notizie inesatte, parziali e strumentalizzate.
-
Pino
- - I diritti umani vengono primi di quelli religiosi. I confini devono rimanere per il controllo selettivo degli ingressi a secondo la necessità della nazione interessata. Per abbattere l’immigrazione dai paesi poveri è necessario portare la ricchezza in essi e che sia distribuita tra gli indigeni. E’ necessario che chi entra in una nazione deve adeguarsi alle sue legge, ai suoi usi ed ai suoi costumi.
-
Rosetta
- - E’ necessario il controllo del territorio da parte dello Stato.
-
Franz
- - E’ un atto dovuto l’ospitalità che diamo agli immigrati. E’ dovuto per tutti gli sfruttamenti subiti dai popoli africani ed asiatici da parte dei popoli occidentali nel corso dei secoli. Con la scusa di esportare la “Civiltà” hanno depauperato la nazione africana delle proprie ricchezze culturali, naturali ed economiche. I respingimenti che si hanno in questo ultimo periodo sono dovuti all’accordo fatto con Gheddafi leader libico, pagandolo profumatamente. Il trattamento che hanno le persone respinte nei centri libici sicuramente non sono al rispetto della dignità umana. Lo Stato deve controllare chi entra e respingere chi non ha titoli, ma il tutto deve essere fatto nel rispetto dei diritti umani e della dignità della persona.
Prima di chiudere gli interventi, Pasquale mostra una forcella o forcola, simbolo del roverismo, e chiede cosa rappresenta nel immaginario di ognuno.
La forcola nel roverismo sta ad indicare la fine della vita nel clan cioè la partenza: Il rover ha avuto dalla comunità, gambo della forcola, la formazione necessaria per scegliere il suo impegno nella società, i due rami che divergono della forcole.
I rami della forcola capovolta indicano i percorso diversi che ognuno di noi ha fatto che si riuniscono nel gambo rappresenta la comunità. Si propone di chiamare la nostra comunità “La forcola” per i motivi suddetti.
Si concludono i lavori con la lettura della preghiera “ Preghiera per chi cammina da solo” e ci si avvia a Cicerale per l’agape fraterna.
Preparazione della SS. Messa comunitaria con i cittadini di Cicerale.
Alle ore 17, 00 SS. Messa e chiusura dell’attività.
Ore 18, 00 Ritorno a casa.
Preghiera per chi cammina da solo.
Signore,
tante volte mi viene la tentazione di andarmene via da solo,
di lasciare che gli altri se la cavino senza di me.
Sento la fatica di dovermi fermare
per attendere chi cammina lentamente o batte la fiacca,
mentre io vorrei correre in avanti.
La strada da percorrere è tanto lunga,
non vedo l'ora di arrivare
e mi tocca perder tempo con chi non ha voglia di camminare.
Ma Tu, Signore, mi fai capire che sto sbagliando.
Da solo potrei forse arrivare primo,
ma Tu mi domanderesti conto dei miei fratelli,
e sarei condannato a retrocedere all'ultimo posto.
Insegnami, Signore, la pazienza di aspettare,
la generosità di aiutare gli altri a scoprire la bellezza del cammino,
l'umiltà per non ritenermi il più bravo di tutti.
Non è importante che uno arrivi per primo,
ma che l'ultimo di noi possa giungere al traguardo sostenuto
da una comunità di fratelli e sorelle.
Sulla strada non siamo mai soli,
non possiamo esser soli,
perché Tu cammini con noi,
come facevi con i discepoli di Emmaus,
e ci insegni a spezzare il pane con i fratelli,
per riprendere la strada con entusiasmo e con speranza nuova.
Relazione del Magister
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